Anche se ci costa ammetterlo, ormai è un dato di fatto. Nello scacchiere del Pacifico è emersa una nuova potenza mondiale: la Repubblica Popolare Cinese.
La Cina è una potenza economica che, però, sta rapidamente incrementando i suoi assets militari, non tanto in quantità quanto in qualità e, a nulla serve la presenza "monito" delle forze USA nell'Oceano Pacifico.
Anzi, se si osservano alcuni indicatori economici si capisce immediatamente che, a differenza degli USA, che stentano ancora ad uscire dalla grave crisi economica, la Cina gode di una crescita economica superiore. Inoltre, è bene ricordare che la Cina detiene la maggior parte del debito americano, fatto questo che mette gli Stati Uniti d'America in una situazione abbastanza ambigua nei confronti del paese che dovrebbe essere la loro maggiore "minaccia".
Analizzando il settore della difesa, troviamo che la Cina è la seconda al mondo per spese militari dietro agli USA, con un rapporto spesa difesa-PIL di quasi 1,5% e, come la sua economia, la spesa per la difesa sta crescendo più o meno con ritmi costanti da circa 10 anni.
Non si può dire lo stesso per la spesa militare americana che, nell'ultimo ventennio, ha subìto due bruschi e considerevoli rallentamenti: il primo si è avuto all'indomani della fine della Guerra Fredda che, in parte, giustificava l'immensa spesa militare degli USA e della maggior parte dei paesi europei, il secondo rallentamento delle spese militari è stato la naturale conseguenza della grave crisi finanziaria che stiamo ancora vivendo.
Passiamo ad analizzare le capacità militari della RPC iniziando dalle Forza Popolare di Liberazione Terrestre (PLAGF). Essa è composta da più di un milione e mezzo di volontari e poco meno di un milione di riservisti, equipaggiati quasi tutti con armamenti moderni come l'MBT Type 99 ed il fucile d'assalto QBZ-95 ed addestrate in maniera eccellente, sia per conflitti convenzionali sia asimmetrici.
La Forza Popolare di Liberazione Marina (PLAN) dispone di una discreta flotta di superficie guidata dalla portaerei Liaoning (gemella della russa Kuznetsov) ed è accompagnata da un nutrito numero di cacciatorpediniere e fregate di buona fabbricazione e, soprattutto, dispone di una potente flotta sottomarina nucleare e convenzionale in grado di sferrare lanci di missili balistici nucleari grazie alla classe Xia e Jin (SSBN).
Numerosa e ben equipaggiata la componente anfibia composta di più di 10000 marines.
La Forza Popolare di Liberazione Aerea (PLAAF) schiera più di 600 aerei da combattimento, tra cui i recenti Chengdu J-10 ed i Shenyang J-11 e una nutrita componente di bombardieri strategici Xian H-6 più una buona aliquota di elicotteri d'attacco moderni CAIC WZ-10. Si sta, infine, sviluppando un caccia di 5° generazione, il Chengdu J-20.
Per la componente missilistica, il Secondo Corpo d'Artiglieria (SAC) impiega i temibili missili balistici intercontinentali ICBM DF-41 con gittata di oltre 40 mila kilometri armati con testate multiple MIRV.
Concludendo: acquisito il fatto che la Cina sta assumendo le caratteristiche di una nuova potenza mondiale dominante, come ci si deve comportare ?
Ovviamente con la crescita del gigante asiatico è normale aspettarsi, purtroppo, anche l'aumento delle frizioni con i paesi viciniori, primi fra tutti Giappone e Corea del Sud.
Ne è la prova la costituzione della zona di identificazione aerea stabilita unilateralmente da Pechino nel mar cinese orientale che, di fatto, ingloba le isole Senkaku o Diaoyu, controllate da Tokyo ma rivendicate da Pechino. Tra i due antagonisti fungono da mediatore gli USA che cercano di calmare le acque diplomaticamente ma che, di fatto, condannano l'operato del governo cinese.
Viste le forze schierate dai due contendenti e, considerando le eventuali implicazioni internazionali che atti di forza potrebbero provocare, non possiamo che sperare nell'abilità diplomatica di questi paesi nella risoluzione pacifica delle loro contese territoriali.
Io sono abbastanza fiducioso che anche la Cina possa trovare un equilibrio con i proprio vicini senza l'uso della forza, o meglio, spero che sia così.
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