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sabato 4 ottobre 2014

Repubblica Centrafricana e Sudan del Sud

Questi due paesi dell'Africa centrale sono attraversati in questo periodo da tensioni inter-etniche ed inter-religiose, il che non è una novità per un gran numero di Paesi dell'Africa.
Iniziamo dalla Repubblica Centrafricana, colonia francese fino al 1960 e fino al 1993 governata da un regime militarista. Il potere, prima in mano a Patassè  passò al generale Bozizè nel 2003 e, nel Marzo del 2013, al leader della formazione musulmana Seleka, Djotodia.
Nel Gennaio 2014, Djotodia a causa delle gravi rappresaglie tra la maggioranza cristiana e la minoranza musulmana scatenatesi con la presa di potere del leader di Seleka a Marzo, è stato costretto alle dimissioni dalle pressioni internazionali. La Francia è intervenuta con l'invio unilaterale di un migliaio di uomini per "separare" le due fazioni in lotta e, successivamente, si è aggiunta una missione pan-africana.
Tuttavia, anche dopo le dimissioni di Djotodia e la creazione di un governo di transizione, le violenze tra cristiani e musulmani non cessano. L'ONU ha così dato il via libera ad una missione UE di circa 10.000 uomini, complementare a quella pan-africana, che dovrebbe rafforzare la sicurezza della popolazione civile ed evitare ulteriori spargimenti di sangue. E', tuttavia, ancora da stabilire quali paesi europei invieranno truppe a sostegno della missione UE.


Passiamo adesso al Sudan del Sud, il più giovane Stato del mondo essendo nato nel 2011, a seguito del Referendum di separazione dal Sudan.
Qui invece gli scontri sono iniziati a Dicembre 2013 in seguito al tentativo di colpo di stato dell'ex vicepresidente Machar di etnia nuer ai danni del presidente in carica Kiir di etnia dinka. Nonostante il fallimento del colpo di stato, il paese, e soprattutto le sue forze armate, si è diviso tra sostenitori ed oppositori del governo causando un principio di conflitto etnico che potrebbe causare un massacro superiore a quello avvenuto nel 1994 in Rwanda.
Ad oggi, i colloqui tra le due fazioni, che stanno avendo luogo ad Addis Abeba, in Etiopia, hanno portato ad un "cessate il fuoco" che seppur molto labile, sembra al momento tenere. Ciò sta consentendo alla popolazione di trovare riparo presso le strutture messe in piedi dalla forza di pace ONU che si è stabilita sul territorio. Ciò nonostante, in poco più di un mese sono morte almeno 500 persone, ma le stime parlano di numeri ben superiori.
Eppure, dal punto di vista economico, il Sudan del Sud detiene il controllo di grandi pozzi petroliferi che dovrebbe favorire la crescita economica del piccolo stato ma, nella realtà, non si è verificata in quanto i maggiori impianti di raffinazione si trovano in Sudan, fatto questo che depaupera gravemente il potenziale economico del giovane paese centrafricano.
  

Insomma dopo il Mali e la Repubblica Democratica del Congo, adesso ci sono Repubblica Centrafricana e Sudan del Sud. Inoltre il fatto che questi ultimi due paesi siano confinanti non fa altro che aggravare una situazione già delicata e che si spera di calmare con l'invio di contingenti internazionali.
Purtroppo, dobbiamo ricordare, che i vari conflitti che scoppiano in Africa sono quasi tutti retaggio di una politica coloniale che, dal XIX sec., divise l'Africa senza alcuna considerazione delle numerose e differenti etnie presenti sul suo territorio.
Successivamente, ai tempi della guerra fredda, l'URSS assunse una forte influenza su quei Paesi le cui popolazioni vedevano nel gigante sovietico e suoi alleati (v.Cuba) il salvatore dai soprusi dei Paesi coloniali.
Oggi, dopo la "liberazione" dal giogo coloniale, francese, belga e inglese, e dopo il fallimento delle varie Repubbliche Popolari, rimane un mosaico di stati e staterelli che nascono e si mantengono a costo di rappresaglie, faide e vendette tra  le radicate fazioni etniche. Alle divisioni etniche oggi, con l'espandersi dell'islamismo sul continente africano, si sono aggiunte le faide religiose.
Io penso che difficilmente questi problemi troveranno soluzioni nel breve periodo, e le varie ingerenze straniere in Africa hanno spesso un effetto contrario alle aspettative e, spesso, accentuano i contrasti e le divisioni.
Ciò tuttavia, non consente, a mio avviso, di pensare di dover abbandonare l'Africa a se stessa, sperando che il concetto di "autodeterminazione dei popoli" faccia il suo corso, perche questo potrebbe portarsi via, oltre a diversi decenni, anche (e soprattutto) diverse decine di migliaia di vite umane innocenti che non meritano un tale destino.
Voi cosa ne pensate ? Cosa si potrebbe e cosa si dovrebbe fare ? Let me know what do you think about that ? Thank you all. Grazie a tutti.

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